Padre Vito Gesa ha concluso il percorso della sua vita la sera del 20 gennaio 2019. Aveva accusato un dolore allo stomaco durante la cena che stava consumando con i confratelli sacerdoti dell’Opsa, è stato subito soccorso dai medici, ma inutilmente. II 12 ottobre scorso aveva compiuto 89 anni. Era ospite dell’OPSA da poco meno di un paio d’anni: con sereno realismo, aveva chiesto di lasciare la sua residenza nella parrocchia di San Lorenzo da Brindisi (Padova), dove aveva fatto il collaboratore pastorale per ben 25 anni, non sentendosi più in grado di gestire da solo la sua vita, anche per il sopraggiungere di vari disturbi di salute. Pur senza estraniarsi dagli appuntamenti comunitari, trascorreva le giornate nella sua stanza, in grande riservatezza e discrezione, pregando e seguendo i suoi programmi televisivi preferiti, ma era davvero felice e assai cortese quando qualcuno lo andava a trovare.
Padre Vito era nato a San Nicola Baronia, in provincia di Avellino, il 12 ottobre del 1929. Fin da giovane aveva abbracciato la vita religiosa nella Famiglia dei Mercedari, a servizio dei carcerati. Con i confratelli religiosi aveva prestato il suo servizio anche a Padova, al Due Palazzi. In seguito a motivi del tutto personali, si era distaccato dalla Comunità di Padova, conservando tuttavia un legame di riconoscenza e di familiarità con la Congregazione religiosa.
Chiese al Vescovo Antonio di essere incardinato in Diocesi, cosa che avvenne nel 1999. Era una persona dal carattere sereno e positivo, fermo nelle proprie idee (magari quando si arrivava a parlare di sport!), ma rispettoso nelle relazioni. Dopo il distacco dai Mercedari aveva sempre preferito vivere da solo e bastare a se stesso, dedicandosi con passione e competenza ai fiori e al giardinaggio. Si era laureato in Lingue all’Università di Padova ed era titolare di cattedra di lingua francese a Piazzola sul Brenta, fino alla pensione, con una parentesi di insegnamento anche al Seminario Minore di Tencarola. Padre Vito non ha mai voluto isolarsi dal servizio pastorale e a San Lorenzo da Brindisi viene ricordato con riconoscenza dai sacerdoti e dai parrocchiani tutti per la sua disponibilità, per la sua serenità di carattere, per la sua discrezione e affabilità. Seguiva soprattutto il gruppo della terza età, ma era disponibile ad ogni altro servizio gli venisse richiesto. Nella misura delle sue possibilità economiche è stato una persona di carità discreta e silenziosa, anche se per se stesso ha costantemente preferito una serena povertà e il distacco dalle cose, conservando, in questo senso, lo spirito originario della sua scelta religiosa.
Nel suo testamento ha indicato di voler essere riportato nella terra di origine, a Baronia di Avellino: la sua volontà sarà rispettata dopo le esequie che si terranno giovedì 24 gennaio all’OPSA, ore 15.30, presiedute dal Vescovo Claudio.