È giunto il momento che io sciolga le vele, scriveva San Paolo a Timoteo (2 Tm 4,6) guardando al suo immediato futuro.
Anch’io vedo ormai avvicinarsi il 20 aprile, giorno in cui compirò, a Dio piacendo, 75 anni. La norma della Chiesa stabilisce che al compimento di 75 anni il Vescovo, come pure il parroco, presenti al rispettivo Superiore le proprie dimissioni dall’incarico ricevuto. Per diventare effettive esse tuttavia devono essere accettate dal Superiore, nel mio caso, dal Papa.
In previsione di questa scadenza e considerando l’importanza che per la vita della Diocesi riveste la successione del proprio Pastore, fin dall’anno scorso ho riflettuto e pregato per discernere quale sarebbe stata la scelta più opportuna per il bene della Diocesi. Sono arrivato alla convinzione che la scelta migliore sarebbe stata quella di portare a termine il presente anno pastorale concludendo il mio ministero nella festa di San Gregorio Barbarigo il 18 giugno 2015.
Manifestai questa mia intenzione al Nunzio Apostolico, Rappresentante del Papa in Italia, nel mese di maggio 2014, e avendo riscontrato la sua favorevole opinione, misi per iscritto, nel seguente mese di giugno, la mia proposta. Il Nunzio Apostolico mi ha risposto comunicandomi che il Santo Padre l’aveva accolta, per cui io sarei rimasto alla guida della Diocesi fin verso la fine del mese di giugno 2015. I motivi che mi hanno suggerito questa scelta sono stati:
1) Il mio ministero alla guida della Diocesi è stato abbastanza lungo: 25 anni celebrati l’anno scorso, in particolare nell’ Assemblea diocesana; sto portando a termine la seconda visita pastorale. Pur godendo ancora di buona salute, non mi ritengo per nulla necessario e attaccato al posto; penso, anzi, che sia meglio un cambio affidato ad un Vescovo più giovane e certamente migliore di me.
2) È risaputo che al compimento dei 75 anni si danno le dimissioni, e questo determina una situazione in cui non si ha più la stabilità di prima, mentre la naturale curiosità umana induce alle previsioni su chi sarà il successore. Si produce in tal modo un clima fluido di incertezza, che è meglio evitare.
Il mio successore dovrebbe essere nominato a fine giugno, potendo così fare l’ingresso all’inizio del nuovo anno pastorale, senza lasciare la Diocesi priva di Vescovo per un lungo periodo.
Il Nunzio Apostolico ha già cominciato le consultazioni previste per la nomina del nuovo Vescovo. Gli ho fatto pervenire una relazione sullo stato della Diocesi nei suoi vari aspetti in modo da individuare la persona più idonea. Egli inoltre ha chiesto ai Vescovi del Triveneto e a vari sacerdoti di suggerire dei nomi di candidati e presenterà quindi alla Congregazione dei Vescovi una terna di nomi che saranno valutati. A conclusione di questo iter sarà il Santo Padre a decidere il nome del Vescovo.
Ricordo a chi ha già il candidato pronto, che quando io sono stato nominato, furono fatti moltissimi nomi, tranne il mio.
Quello che veramente importa, quello che veramente giova al bene della Diocesi e quello che chiedo sul serio è che si innalzino fervide suppliche al Signore che scruta i cuori e conosce meglio di tutti le necessità della nostra Chiesa locale, perché mandi quel Pastore che possa guidare la nostra Chiesa locale secondo il Suo cuore.
Da parte mia mi impegno a continuare il ministero con senso di responsabilità fino alla scadenza stabilita.
Ringrazio tutti di cuore e mi affido alle vostre preghiere perché conduca a termine la mia corsa conservando la fede (2 Tm 4,7) con il fervore dello Spirito e l’intercessione della Vergine Maria.
Padova, 7 febbraio 2015
+ Antonio, vescovo