Il vescovo eletto Claudio ci scrive

Sorelle e fratelli carissimi,
 
il Santo Padre Francesco, imprevedibilmente come sempre, ha scelto di inviarmi da voi come  Vescovo. Penso si sia attenuto alla sua sensibilità di scegliere gli ultimi. Vengo tra voi con la  
consapevolezza di non essere all’altezza del Ministero episcopale e di una Diocesi bella e grande come quella di Padova. Spero che questo sentimento umano di preoccupazione, che immagino comprendiate, possa trasformarsi in umiltà cristiana, in invocazione di sostegno ed aiuto rivolto a Dio e a ciascuno di voi. 
Mi stanno accompagnando le parole di Gesù che dalla Croce dice: “Donna, ecco tuo Figlio”.  
Accoglietemi come un figlio che vi viene consegnato da Gesù. So che il Signore mi vuole bene e si preoccupa per me. E per questo mi affida alla Chiesa di Padova, come un figlio a una Madre. Vi prego di accogliermi nella vostra vita, nella vostra gloriosa storia, nella comunione dei vostri santi.  
Busso alla vostra porta da povero: non ho pretese.
E al discepolo Gesù dice: “Ecco tua Madre!”. Invoco dal Signore la capacità di rispettare tutti e di servirvi nelle vostre necessità. Sarò Vescovo per la vostra crescita spirituale, per servire la vostra gioia, per dare armonia ai vostri carismi. 
Il Vangelo dice: “Da quel momento la prese nella sua casa”. Discepolo e madre vivono insieme, nella stessa casa e diventano un “noi”: pranzano, si affaticano, gioiscono e piangono insieme: faremo così anche noi! Ascolteremo insieme il Vangelo e i poveri, ci aiuteremo reciprocamente, con generosità; serviremo insieme la gente che abita accanto a noi, spesso troppo affaticata; 
collaboreremo onestamente con le istituzioni sociali e civili e con tutti gli uomini e le donne che cercano il bene, l’amicizia, la giustizia e la pace. Insieme: cammineremo insieme!  
Sarà mio compito di Vescovo essere attento a chi ha il passo più debole e a non dimenticare gli ultimi, come ci insegna Gesù nel Vangelo e come ci testimonia Papa Francesco. 
Un abbraccio, sincero, affettuoso, colmo di speranza a tutti i parroci e a tutti i presbiteri e diaconi della diocesi: con loro soprattutto voglio abitare perché conosco bene la bellezza della vocazione pastorale, ma conosco anche le fatiche della quotidianità. Spero di poter sostenere, con vera dedizione paterna, il nostro seminario. 
Un saluto alle persone di vita consacrata che, con la preghiera e con la testimonianza di una vita totalmente ed esclusivamente dedicata a Dio, richiamano ognuno di noi alla radicalità della
vocazione battesimale e il primato del Regno dei cieli. 
Carissimi sorelle e fratelli nel sacerdozio battesimale, mi impegno ad essere tra voi come colui che dà coraggio, che rialza, che conduce da Gesù. E questo sarà il mio motto episcopale: “Coraggio, alzati, ti chiama”. E’ la misericordia di Gesù che sa percepire le grida dei poveri. Io mi riconosco, al vostro fianco, nei discepoli che hanno il compito di portare la misericordia di Gesù al cieco, seduto lungo la strada a mendicare e di portare Bartimeo all’incontro liberante con Gesù. 
Esprimendogli la vostra riconoscenza domando in particolare la benedizione del Vescovo Antonio. Pregate fin da ora per me. Chiedete anche l’intercessione dei santi che imparerò a conoscere e a sentire come fratelli e che fanno parte della “nostra” Chiesa: Prosdocimo, Giustina, Gregorio Barbarigo, Pio X, Leopoldo, Antonio e tutti i Santi e Beati della Chiesa di Padova. 
Il Signore volga il suo sguardo su di noi, ci benedica e ci doni la sua pace. 
 
Don Claudio 
 
sabato 18 luglio 2015
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