“Il Signore sta per venirmi a prendere.” Con questa serena fede don Olindo ha atteso la conclusione della sua vicenda terrena, avvenuta mercoledì mattina del 22 novembre. Da circa un mese era ospite dell’Opera della Provvidenza. Vi era giunto, quando una malattia, che aveva minato di nascosto il suo organismo, gli aveva tolto l’autonomia dei movimenti. All’Opera della Provvidenza ha trovato un prezioso accompagnamento dei suoi ultimi giorni, confortati anche dall’assidua vicinanza dei suoi familiari.
E’ morto nella memoria di santa Cecilia, patrona della musica sacra, lui che aveva avuto in dono una straordinaria voce e una passione per il canto.
Don Olindo era nato nel 1926 a Bovolenta, da una famiglia dalle profonde radici cristiane, che ha dato anche altre due vocazioni alla vita consacrata suor Maria Beatrice del monastero delle Eremite in Padova e suor Antonietta fra le Canossiane. Don Olindo ricordava volentieri la grazia che lo aveva ricevuto all’età di quattro anni. Era già dato per spacciato dai medici e la mamma, che aveva già perso i primi due figli, lo affidò a san Gabriele dell’Addolorata, un giovane religioso passionista, proclamato santo qualche anno prima. La sua prodigiosa guarigione segnò l’inizio per Bovolenta della devozione popolare a questo santo, che si è sviluppata e continua ai nostri giorni.
E’ diventato prete nel 1949 con l’ultimo gruppo ordinato dal vescovo Carlo Agostini, già patriarca di Venezia e passò il primo anno come assistente nel seminario minore di Thiene. Nel 1950 è stato nominato cooperatore a Tribano e collaborò per undici anni con mons. Luigi Rebesco.
Nel 1962 ricevette la nomina di rettore della chiesa di san Rocco ad Asiago. Vi restò solo tre anni, perchè nel 1965 il vescovo Giralamo Bortgnon gli affidò il compito di erigere la nuova parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa a Bresseo, su un territorio dismembrato da quattro parrocchie, Luvigliano, Montemerlo, Praglia e Villa di Teolo. La parrocchia fu eretta il 25 marzo del 1966.
Con fiducia nella Provvidenza don Olindo si impegnò su due fronti: formare una comunità con persone provenienti da così varie appartenenze e dotare la parrocchia delle strutture essenziali. Egli seppe coinvolgere i fedeli, avvalersi di buoni collaboratori, e nell’ottobre dell’anno successivo potè inaugurare la nuova chiesa, con un ampio sottochiesa in cui trovarono posto canonica e patronato.
Dopo dieci anni, nel 1976 ancora il vescovo Girolamo lo chiamò a guidare la parrocchia di Bresega, dove per 32 anni esercitò il suo ministero di prete curando molto le relazioni personali. Aiutato dai laici, portò a compimento le attrezzature sportive, avviate dal parroco don Luigi Turra, a servizio dei giovani. Dedicò tempo e passione anche all’insegnamento della religione nella scuola, tenendosi aggiornato culturalmente.
Nel 2008, giunto ormai all’età di ottant’anni, si ritirò in un piccolo appartamento di fronte al duomo di Santa Tecla di Este e collaborò, fino a qualche mese fa, con la celebrazione dell’Eucaristia e la disponiblità alle confessioni.
L’icona di don Olindo con la vespa può esprimere visivamente lo stile di sobrietà e di povertà che ha contrassegnato la sua vita.
Chi ha potuto incontrarlo ha conosciuto il suo cuore buono. La sua semplicità, la sua bontà, ne hanno fatto un pastore, viva immagine del Buon Pastore. Ringraziamo il Signore per il dono di questo prete e chiediamo che continui a donare alla nostra diocesi preti come questi.
La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio, di commiato, presieduta dal vescovo Claudio, sarà celebrata nel duomo di Santa Tecla di Este venerdì 24 novembre alle ore 15.
La salma sarà sepolta sabato nel cimitero di Bresega, dopo un’altra celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale.