Solennità dell’Immacolata
Omaggio alla Madonna dei Noli
Padova, domenica 8 dicembre 2024
Ci ritroviamo, nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria che si celebra quest’anno nella seconda domenica d’Avvento. Sono grato al sindaco Sergio Giordani, per l’invito a questo momento così sentito dalla popolazione e dalla città di Padova: l’omaggio alla Madonna dei Noli, protettrice di quanti hanno una responsabilità civile e svolgono un servizio di sostegno e aiuto alle persone e alla comunità.
Saluto tutti voi qui convenuti e le autorità civili e militari che sono presenti e che incontro volentieri a pochi giorni da un momento vissuto insieme che ci ha visto riuniti – autorità civili, militari e religiose – all’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd) per un momento di confronto e di scambio sul tema della vulnerabilità e della fragilità.
Quale migliore contesto poteva esserci se non un luogo di accoglienza e di cura, di protezione e di valorizzazione della persona?
La vulnerabilità è un terreno che riconosciamo “comune”, una categoria che ritroviamo ciascuno nei propri ruoli, impegni e obiettivi. Un tema che ci interpella, ci sollecita, ci stimola a trovare soluzioni, ma anche motivazioni di senso e di prospettiva al nostro agire quotidiano.
La vulnerabilità ci espone alla fragilità delle relazioni, all’incontrollabilità della natura, alla precarietà della salute e della vita stessa, anche a eccessi di violenza fisica o verbale. Ma facciamo attenzione alle risposte di prepotenza, efficientismo, onnipotenza, che illudono il nostro bisogno di sicurezza e negano la verità del nostro essere. La logica del controllo e del dominio, dello scarto e dell’esclusività non garantisce la sicurezza. Come l’aspirazione alla giustizia non va confusa con la sete di vendetta: non si sanano ferite e dolori con l’accanimento, ma agendo con umanità e legalità.
Una città armoniosa si costruisce a partire dalla realtà della vulnerabilità e non dall’illusoria pretesa della sicurezza. Nella vulnerabilità comprendiamo il nostro essere con-sorti e riusciamo a comprenderci gli uni negli altri. Questa è la prima pietra di costruzione delle relazioni interpersonali e istituzionali. Qui sorge l’edificio di servizi che si fanno prossimi a tutti i cittadini quali portatori di diritti e sollecitano tutti i cittadini quali portatori di responsabilità alla costruzione del bene comune.
Troppo spesso come istituzioni ragioniamo e improntiamo le nostre attività in termini di servizi agli utenti piuttosto che collaborazioni con i cittadini.
Anche coloro che sono al centro della nostra attenzione come persone in difficoltà sono cittadini e in quanto tali hanno bisogno di molto più che della nostra cura, hanno bisogno della nostra collaborazione. E quando dico “nostra” intendo come istituzioni e come cittadinanza tutta.
Con questo approccio vanno accompagnate le famiglie perché possano aprirsi alla vita, i giovani perché si appassionino alle cose belle, gli anziani perché si sentano parte della loro città, i lavoratori perché contribuiscano a rendere sempre più ricco e vivace il territorio.
Padova è un cantiere di infrastrutture e insieme desideriamo sia un cantiere di alloggi per chi cerca casa; di accoglienza per chi cerca futuro; di imprenditorialità e di lavoro; di condivisione con chi soffre ed è solo; di solidarietà con chi è povero; di contrasto alla criminalità organizzata, al gioco d’azzardo, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione.
Viviamo in una città che è ricca di bellezza e di cultura, di storia e di innovazione: è da queste radici e dalla creatività che guarda al domani che possiamo e dobbiamo risignificare il tempo e lo spazio della “condivisione” e della cura. La cura verso l’umanità fragile. Cura che ha i tratti dell’ascolto, della vicinanza, dell’attenzione, del riconoscimento e della valorizzazione delle persone, nella loro realtà e verità.
Come Chiesa ci avviciniamo al Giubileo del 2025 che pone al centro la virtù della speranza. Una virtù teologale, ma anche pienamente umana. Perché ciascuno di noi porta dentro un desiderio di bene verso il domani.
Già si opera molto per il bene, ma ci sono tre ambiti che vorrei ci prendessimo particolarmente a cuore a partire dall’Anno santo: la casa, gli adolescenti, gli anziani. E come sarebbe bello, se insieme decidessimo di collaborare per dare speranza a chi cerca casa, a chi vuole sognare il suo futuro, a chi è portatore di una storia cui dobbiamo riconoscenza.
Possa Maria, Madre della Speranza, aiutarci a ritrovare speranza nel nostro agire quotidiano e fiducia nella società e nelle relazioni interpersonali in cui famiglie, giovani e anziani trovino ascolto, accoglienza e risposta alle loro fragilità.
+ Claudio Cipolla, Vescovo di Padova