La proposta del Sinodo dei giovani entra anche in centri diurni e comunità.
«Il progetto del Sinodo, nelle intenzioni del vescovo Claudio – spiega don Paolo Zaramella, coordinatore diocesano – consiste nel mettersi in ascolto della voce dei giovani, anche di quelli che non credono o che si sono allontanati dalla Chiesa, per comprendere, alla luce di quanto emerge da questa fase di ascolto, come cambiare, migliorare o riconfigurare il profilo delle comunità parrocchiali della diocesi di Padova. Nessun giovane escluso! Da qui l’obiettivo di creare dei gruppi sinodali anche nelle strutture che accolgono giovani disabili».
I gruppi sinodali che si attiveranno nei centri diurni e comunità residenziali vivranno delle stesse modalità di quelli presenti nelle parrocchie: gruppi di massimo 10 partecipanti, dove i giovani si possano trovare per tre volte, tra l’1 ottobre e l’8 dicembre 2017, e dialogare sulle stesse tracce di lavoro dei giovani padovani per inviare entro l’8 dicembre 2017 le relazioni dei loro lavori.
Le tracce di lavoro vengono fornite previa iscrizione e accredito alla segreteria del Sinodo tramite l’apposito form on line in www.giovanipadova.it.
«Le tracce possono essere adattate – aggiunge don Zaramella – e gli educatori di centri o comunità hanno la libertà di tradurle secondo le capacità dei ragazzi. I temi affrontati sono uguali per tutti: come i ragazzi vedono la loro vita (ciò che per loro è importante, chi sono i loro punti di riferimento, quali le loro paure); come vedono le comunità cristiane (per alcuni può essere solo un ricordo del passato, per altri può essere un’esperienza presente); come sognano la Chiesa e quindi quali suggerimenti sentono di dare al vescovo».
In forma sperimentale, in questi mesi sono stati coinvolti, dalla commissione preparatoria al Sinodo, i tre centri diurni della cooperativa Solaris per verificare la fattibilità di questo progetto: si è quindi costituito un gruppo sinodale di 7 giovani ospiti de “La Tenda” a Montegrotto Terme, “Il Nodo” di Albignasego e “Centro Antares” a Padova.
«Come educatori di questi centri – spiega Angela Pistore, responsabile della realtà di Albignasego – ci siamo posti la domanda di come accogliere dentro il progetto del Sinodo i nostri giovani, quelli che per diversi motivi non sono coinvolti nei gruppi parrocchiali di riferimento. La loro quotidianità è impegnata totalmente nei centri diurni e nelle comunità in cui vivono. Il desiderio è quello appunto di provare a raggiungerli, di ascoltare e raccogliere la loro voce e riportarla alla Chiesa padovana».
I 7 giovani, con due loro educatori, hanno quindi ascoltato direttamente dalle parole di don Paolo Zaramella la proposta del Sinodo, con la lettura del messaggio che il vescovo Claudio ha lanciato per indirlo a Cracovia durante la giornata mondiale della gioventù.
«Abbiamo accettato con voglia e interesse questa sfida di provare a raccontare a tutti gli altri giovani chi sono i giovani con disabilità – sottolinea Pistore – Ci sembrava bello e opportuno che i nostri ragazzi fossero resi protagonisti del loro tempo e spinti ad esprimere cosa significa per loro essere giovane tra i giovani. Vivono poco infatti le relazioni tra i coetanei, frequentando un mondo pressoché di adulti».
Da questa sfida è nato un video (che si può vedere qui: //youtu.be/VEJnnFHKu0o).
«Ne è uscita la loro quotidianità, fatta impegno di studio, lavorativo, di hobby, sport e relazionale – aggiunge la responsabile – Abbiamo raccolto anche noi come Zaccheo l’invito di Gesù che vuole fermarsi a casa nostra! Passaggio successivo sarà affrontare le tracce proposte per il gruppo sinodale: difficile dal punto di vista cognitivo e relazionale far percepire un concetto alto e comprendere la risposta da loro. Quello che a noi è chiaro è che i nostri ragazzi hanno un mondo dentro e hanno voglia di dire la loro. Questo gruppo sinodale per noi è davvero un momento importante per essere protagonisti in un viaggio, in un cammino che riguarda tutti i giovani della nostra diocesi. E i nostri sono difficilmente raggiungibili e spesso nascosti: è arrivato il tempo propizio per farci sentire dalla nostra diocesi e territorio».
Claudia Belleffi