Don Giorgio Lobbia (Asiago (Vi), 28.04.1932 – Sarmeola di Rubano (Pd), 14.08.2024)
Don Giorgio, figlio di Adamo e Maria Maddalena Sartori, era nato ad Asiago il 28 aprile 1932, ultimo figlio di una famiglia nella quale si contavano sette tra fratelli e sorelle. Il papà aveva una piccola impresa edile: sistemando case (in estate) e serramenti (in inverno), aveva contribuito alla ricostruzione di Asiago dopo il primo conflitto mondiale. Il fratello don Marcello, più avanti in età, era stato per molti anni parroco di Roana e a Roana don Giorgio aveva trovato di fatto una seconda casa, dopo gli anni della scuola.
Diventato prete il 14 luglio 1957 (il gruppo di ordinati comprendeva 25 giovani e don Giorgio aveva celebrato a Roana la prima messa), dal settembre successivo fu cooperatore a Carrara San Giorgio. Dal novembre 1963 e fino al 1971 fu adiutore presso l’Archivio della Curia vescovile (e dal 1967 membro dell’Associazione archivistica ecclesiastica).
Un tratto molto significativo nella vita di don Giorgio è dato dall’esperienza dello scoutismo. Dopo l’inizio con la frequentazione dei gruppi locali, nel 1962 fu nominato assistente provinciale dell’Associazione scout cattolici Italiani (poi Agesci); dal 1967 fu assistente provinciale, poi regionale, del Movimento adulti scout cattolici italiani. In ambito nazionale ebbe modo di curare l’organizzazione dei seminari per adulti scout, mentre a fine anni ’90 diventò assistente ecclesiastico nazionale dell’Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici (FSE) per la branca Guide.
L’impegno nello scoutismo si alternò ad altri incarichi aperti al sociale: del settembre 1962 è la nomina di cappellano dell’Istituto “L. Configliachi” per i minorati della vista e cappellano degli Orfanotrofi riuniti di Padova; nel 1974 è assistente diocesano Anffas di Padova. Nel corso degli anni ’80 è stato voluto, poi, consulente ecclesiastico del Centro turistico giovanile.
Servizi pastorali sono stati svolti da don Giorgio al Tempio della Pace in Padova, San Marco di Camposampiero, Turri, Corte, Sant’Anna di Piove di Sacco, Sacra Famiglia e altrove, così come non sono mancate collaborazioni occasionali con movimenti quali Rinascita cristiana, Rinnovamento nello Spirito e il Cammino neocatecumenale. A questo compiti si aggiungono l’insegnamento della religione e la predicazione di esercizi spirituali per religiose e laici.
Se nel 1971 si era iscritto a psicologia, nel settembre 1988 don Giorgio si iscrisse, invece, alla Facoltà di Teologia della Pontificia università Lateranense, risiedendo nella parrocchia romana di Santa Bibiana, ospite di un Istituto religioso femminile. Molto legato a don Luigi Sartori, aveva condiviso con lui l’esperienza degli incontri teologici di Roana (nella casa di famiglia dormì l’allora teologo J. Ratzinger) e qualche evento dell’Associazione teologica italiana, non senza aver approfondito gli studi anche in Germania, dove si portava pure per collaborazioni pastorali. Dal 1991 al 2000 era stato membro di redazione della rivista di spiritualità pastorale Presbyteri.
Don Giorgio era buono e coltivava le amicizie, ma senza dare disturbo. Allo stesso tempo era persona libera, semplice e riservata, tanto da sembrare un uomo inquieto, poco amante della stabilità, sempre alla ricerca di qualcosa da approfondire sul fronte spirituale e anche teologico. In effetti, con attitudine riflessiva e responsabile, forse non sempre fluido nella scrittura e nel pensiero, aveva seguito itinerari personali di vita e di studio, in particolare l’antropologia, cercando strade a volte inedite e manifestando una propria sensibilità. Nel gennaio 1974, ad esempio, annotava: «Non cerchiamo l’efficienza pastorale prima del Cristo testimoniato nella nostra fraternità». E subito dopo aggiungeva: «Il crocifisso oggi è il clero che nelle parrocchie vede venir meno l’efficienza delle “armi” classiche di apostolato». Nella Pentecoste 1986 scriveva agli adulti del Masci: «Quando avrete imparato i nuovi connotati che il Salvatore ha dato a voi nel battesimo, vi si apriranno gli occhi su di una realtà impensata, piangerete e godrete, vivrete nei vostri medesimi panni una vita nuova».
Curioso degli uomini e anche di Dio, stimava le competenze e desiderava muoversi sulle orme del Concilio Vaticano II. In un biglietto del 2012 annotava: «Con la preghiera e la riflessione penso di tendere al centro delle attese della nostra Chiesa». Nel 2019 scriveva: «Ho trascorso quasi trent’anni a raccogliere notizie e riflessioni sulla storia dell’umanità con particolare attenzione alla fede dei popoli». Proprio in considerazione di questo, don Giorgio aveva chiesto che tutto il materiale di ricerca conservato nel computer personale fosse messo a disposizione dei seminaristi.
Dopo aver vissuto per anni in un appartamento della parrocchia cittadina di San Daniele e successivamente presso Casa del clero, nel gennaio 2018 don Giorgio aveva trovato ospitalità all’Opera della Provvidenza, dove la morte lo ha raggiunto nella tarda mattinata di mercoledì 14 agosto 2024.
Le esequie saranno celebrate dal vicario generale, don Giuliano Zatti, martedì 20 agosto, all’Opera della provvidenza, alle ore 9.30. La salma sarà poi tumulata nel cimitero di Roana.