Al termine del giubileo dei carcerati, un gruppo di detenuti del Due palazzi di Padova è stato ricevuto, a sorpresa, dal papa a casa Santa Marta.
Guardare con misericordia al mondo del carcere, come ha detto Francesco, non mette in discussione la giustizia della terra. La pena e la sua espiazione sono corretti, rispondono all’osservanza delle regole, ma la condanna della persona è diversa; soprattutto «il respiro della speranza non può essere soffocato da niente e da nessuno». Perché il primo a credere nell’uomo, comunque, è lo stesso Onnipotente; un atteggiamento solido e che non ha tregua, finché anche “l’ultima delle pecorelle smarrite non sarà riportata all’ovile” e alla docilità del gregge.