Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Corpus Domini)

Padova, basilica Cattedrale
02-06-2024

Corpus Domini 2024

Domenica 2 giugno 2024

Padova, basilica Cattedrale

Omelia

Vivo questo appuntamento come occasione tradizionale per presentare la nostra fede e la nostra speranza di cristiani alla città, luogo e simbolo del convivere organizzato di uomini e di donne.

La città è vita come manifestano i segni della festa dei giovani e delle famiglie; la città è dinamicità, relazione, amicizia come raccontano i tavolini nelle piazze e davanti ai bar; la città è storia, quella testimoniata da edifici, da piazze e monumenti e quella che stiamo scrivendo noi stessi con la nostra fede e i segni del nostro credere e della nostra speranza.

La città è la nostra società così come si compone all’inizio del III millennio dell’era cristiana: la città è tempo che scorre, che cambia chi lo vive, che arricchisce.

Seguendo una secolare e popolare tradizione, quest’oggi attraversiamo il centro della città con i nostri canti, con il nostro incedere comunitario ma soprattutto con un piccolo e povero segno: un pane, anzi un pane spezzato. Ma che è presenza viva in mezzo a noi, e l’accompagniamo con canti, luci, incenso e tanti altri segni preziosi.

Eppure la sua piccolezza turba e disturba come se fosse impresentabile alla ragione umana, alla scienza e alla tecnica.

Ma sta proprio nella insignificanza umana la rilevanza spirituale della nostra processione.

Alla nostra città, ai nostri figli, agli amici e amiche che incontriamo lungo la strada, ai turisti ci presentiamo con questo pezzetto di pane, un pezzetto di pane spezzato. Camminiamo non marciando con potenza ma avanzando insieme dolcemente e lentamente, con la città e per la città; avanziamo annunciando che il nostro tesoro è disponibile e desideriamo condividerlo con tutti.

È questo che la Chiesa sa offrire; è a partire da questo segno che nasce la Chiesa ed ognuna delle sue attività.

Vediamo spesso i nostri amici – ma anche noi stessi – in difficoltà:

angosciati per l’incertezza sul futuro per il cambiamento del clima, per le guerre e per la minaccia del nucleare, per le crisi finanziarie, i virus planetari, le ingiustizie e disuguaglianze sociali;

angosciati dal futuro anche perché incapaci di confrontarsi con le disgrazie e le fatiche del quotidiano e spesso in ricerca affannosa di un benessere che sfugge, mostrando il suo volto sempre precario;

– incontriamo giovani rattristati per la fatica di trovare uno scopo per il quale valga la pena vivere, formarsi, porsi obiettivi alti e generosi.

Alla nostra città ci sentiamo in dovere – “la carità di Cristo ci spinge” –  direbbe san Paolo, di testimoniare la nostra fede in questo pane spezzato: speriamo di non nascondere la semplicità dell’annuncio con gli strumenti che la consuetudine e la tradizione ci consegnano per presentarlo.

«Questo è il mio corpo dato per voi»: questa è la fede dei cristiani! Ne consegue che ci sentiamo invitati a nutrirci di questo pane sempre, soprattutto ogni volta che celebriamo l’Eucaristia.

   

Nutrirci di questo pane! Per noi significa assumere l’amore stesso di Gesù e proclamare che oggi questo suo amore è ancora vivo ed è per noi.

Il pane spezzato di cui ci nutriamo forma anche i nostri amori e li rende tesoro della vita: è a questo pane spezzato, amore di Gesù offerto a noi, condiviso e immesso nella nostra umanità, che guardiamo per dare a nostra volta forma alla nostra vita quotidiana.

Non si tratta solo di un modello a cui ispirarci ma di un dono gratuito da accogliere e che viene dal Padre. C’è, come un seme: anche se non lo vediamo; cresce di notte e di giorno, come un seme; sembra piccolo ma diventa come un albero presso il quale trovare ristoro; sembra una pietra scartata ma di fatto è quella adatta per sostenere i punti centrali dell’edificio.

La nostra città, le nostre famiglie e ogni persona sono amate senza pretesa di alcun contraccambio, se non quello della serenità e della felicità, di una vita più ricca di amore: è questo che vogliamo annunciare.

Siamo traumatizzati dalle guerre in Ucraina, in Palestina e, in tante – sempre troppe – altre parti del mondo; siamo impressionati dai ricorrenti femminicidi, dagli omicidi, dalla conflittualità crescente a tutti i livelli e da tutte le forme di violenza e di sopraffazione che si presentano nelle nostre cronache.

Ma ci sembra di poter annunciare che non saranno soltanto nuove leggi a modificare i costumi e gli stili di vita della nostra società, né a rendere più umano il nostro convivere. È invece la formazione dei cuori di ciascuno di noi con sentimenti, pensieri, gesti di amore e di giustizia che può migliorarci; la faticosa e lenta educazione di coscienze nuove e sempre più sensibili al bene comune e all’altro. Ed è l’annuncio che il diverso da me, l’altro o l’altra, lo straniero, il povero non sono oggetto da conquistare e sottomettere ma destinatari dell’amore comunicato con quel piccolo pezzo di pane. Noi dobbiamo diventare quel pezzo di pane che viene offerto come anima della nostra vita di discepoli.

“Ama e fa ciò che vuoi” commentava sant’Agostino. Questa è la libertà cristiana e apre spazi infiniti alla nostra creatività, alle nostre responsabilità famigliari, sociali, politiche. Questo contraddistingue il discepolo di Gesù.  La frase completa dice: «Dunque, una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama e fa ciò che vuoi. Se tu taci, taci per amore: se tu parli, parla per amore; se tu correggi, correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore; e da questa radice non può derivare se non il bene».

Il pane spezzato è la radice dell’amore che sempre dona linfa al nostro amare; è anche la medicina dei nostri traumi e dei nostri shock; un vero rimedio, una vera rivoluzione: non la guerra ma l’amore; non la forza ma la dolcezza; non le armi ma il lavoro, la solidarietà, la giustizia; non il sopruso ma il servizio.

Questo nostro camminare per la città con il pane spezzato dice però anche qualcosa di nuovo: Dio stesso è presente nelle nostre fatiche come nutrimento: ci dà coraggio e forza: Lui stesso è il piccolo pezzo di pane spezzato e consegnato per il nostro cammino.

+ Claudio Cipolla, vescovo

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