don Narciso Dante – Candiana (Pd), 12.06.1931 – Isola dell’Abbà (Polverara, Pd), 25.12.2021
Don Narciso nasce a Candiana il 12 giugno 1931 in una famiglia numerosa che, a seguito di vicende tragiche, aveva visto comporsi due diverse famiglie (Dante e Crivellaro). Tra i fratelli si contava anche il cappuccino Ludovico; la sorella Natalia, religiosa canossiana di 102 anni, risiede tuttora a Treviso. In don Narciso non si sono mai sbiaditi il ricordo e l’amore verso i genitori, dei quali raccontava con profondità i valori, i principi e la rettitudine.
Ha il privilegio e la gioia di essere ordinato presbitero il 17 luglio 1955 dal vescovo Girolamo Bortignon proprio nel duomo di Candiana, assieme ad altri due compaesani (don Giuseppe Bertipaglia e un religioso). Del paese natale don Narciso ha sempre conservato una viva memoria: seminarista educato e plasmato dalla vicinanza di don Francesco Bertoncello, prima cappellano e poi arciprete di Candiana, ne aveva conservato alcune caratteristiche, quali il prevedere per tempo ogni attività; la programmazione di quanto andava fatto nei giorni a venire già all’inizio della settimana, anche dopo feste particolarmente faticose; la stesura al mattino e per iscritto degli impegni della giornata in modo che si fosse pronti e puntuali.
Il primo incarico lo vede vicario a Santa Maria del Carmine, a Padova.
Il titolo preciso era “vicario di San Giacomo apostolo”, con riferimento al fatto che nel 1810 la parrocchialità dell’estesissima e antica chiesa di San Giacomo «de Ponte Molino» era stata trasferita al Carmine.
Nell’autunno 1956 passa al Barcon di Thiene come vicerettore del Seminario minore per le medie e vi si trattiene quattro anni. Nel settembre 1960 è vicario adiutore a Granze, prima di diventarne anche vicario economo. Nel 1963 e fino alla fine del 1966 è nominato curato di Funer e Ron, due chiese curaziali sussidiarie di Valdobbiadene. All’inizio del 1967 viene inviato come parroco a Tavo fino a quando, nel maggio 1983, è nominato parroco di Isola dell’Abbà.
La chiesa di San Leonardo era stata eretta tra il 1145 e il 1172 dai benedettini di Santa Giustina di Padova, proprietari di gran parte delle terre di Isola, che dal loro abate presero la specificazione «dell’Abbà». Don Narciso aveva, quindi, ritrovato a Isola il riferimento ai benedittini che dopo il 1000 avevano dato origine anche al paese natale di Candiana.
Rinuncia definitivamente all’incarico nel settembre 2017, ma rimanendo collaboratore del parroco di Polverara. Nella tarda mattinata del giorno di Natale 2021 muore improvvisamente nella canonica di Isola.
Don Narciso, persona riservata e dalla salute non felice, è stato comunque oggetto di stima onesta e continua, nei luoghi serviti e negli incarichi ricoperti.
Era prete di altri tempi, non conosceva il computer e il cellulare, ai quali preferiva la penna o la macchina da scrivere, ma conservava uno spirito sempre nuovo e non turbato dai cambiamenti di turno. Intelligente e profondo nella fede, solido nella preghiera, dallo stile di vita essenziale e sobrio, aveva un personale bagaglio di esperienza accumulato durante il cammino ministeriale.
Non ha mai taciuto la sua umanità, come dimostrano la cordialità e la sensibilità squisita che lo caratterizzavano; la delicatezza e la comprensione che più volte lo portavano alla sofferenza per sé e per gli altri; le relazioni con i preti vissute sempre con grande partecipazione e dedizione, interessandosi di loro e dei loro familiari (in particolare le mamme) fin da quando, a Granze, si era preso cura del parroco ormai infermo. La sua umanità e la sua passione, inzuppate dalla grazia di Dio, erano anche sostenute dagli occhi vispi, da una parola facile, da una grande e lucida memoria storica che gli permettevano di coltivare ricordi, amicizie e relazioni.
Più di qualche volta si è trovato a soffrire perché le cose non funzionavano, ma chiamava in causa il Signore perché tutto si aggiustasse e le ferite fossero risanate. E comunque don Narciso era uomo gioioso, notoriamente caratterizzato da una arguta serenità, manifestata con continue, rasserenanti e divertenti barzellette, con aneddoti e racconti che sapevano sdrammatizzare la vita e intrattenere le persone.
Le sue omelie, preparate fin dall’inizio della settimana, portavano similitudini di facile comprensione, riferimenti a esperienze di vita comune e, quando necessario, si avvalevano di volta in volta di oggetti, disegni e quant’altro potesse aiutare la comprensione della Parola di Dio.
Patriarca anziano per i preti della zona, punto di riferimento per i nipoti, amico, fratello e confidente per tanti, piace immaginare don Narciso mentre con qualche battuta fa sorridere il Signore che lo ha voluto con sé in un unico dies natalis.
Proprio nel luglio scorso don Narciso aveva dato disposizione che le esequie fossero celebrate a Candiana e che la tumulazione avvenisse nel cimitero locale. Il funerale sarà, quindi, celebrato dal vescovo Claudio nel duomo di Candiana mercoledì 29 dicembre, alle ore 10.