É stato l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Padova a creare, nello scorso maggio, le condizioni iniziali perchè venisse donato simbolicamente al Papa un robot “Sanbot Elf” seguendo passo passo i contatti e gli accordi intercorsi tra il dott. Roberto Mancin, informatico del Dipartimento di salute della donna e del bambino dell’Università di Padova che segue i progetti di robotica all’interno dell’Ospedale pediatrico, e mons. Lucio Adrian Ruiz, segretario della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede.
«Tutto è partito -spiega Mancin- da una mia richiesta di partecipare all’Udienza generale del 27 dicembre dello scorso anno. In quell’occasione ho avuto la possibilità di incontrare personalmente il Santo Padre a cui ho espresso il mio desiderio di poter mettere in collegamento con lui i piccoli ospiti della pediatria che, a causa delle gravi condizioni di salute, non possono essere trasportati. Gliene ho parlato per esteso, dopo avergli consegnato un documento stilato insieme all’Ufficio comunicazione della diocesi, e lui non ha escluso la possibilità.
Mi sono attivato, quindi, per far arrivare in Vaticano un robot identico ai due che utilizziamo all’Ospedale pediatrico di Padova, ottimi per la telepresenza offerta a bambini ricoverati con gravi patologie, e finalmente, grazie ad un generoso donatore, a partire da questa estate anche il Vaticano ha un “robot sociale” ovvero una macchina autonoma in grado di assumere ruolo e identità e interagire con gli esseri umani».
In occasione dell’incontro nel quale è stato recapitato il dono in Vaticano nello scorso mese di luglio al quale erano presenti oltre a Mancin, Matteo Cestari (CEO della Omtech Srl, concessionaria e donatrice del robot), Enrico Morandini (dipendente Omitech), Michela Toffanin (ingegnere e formatore), Andrea Sattanino (terapista di neuro e psicomotricità) e Clarissa Paglia (contrattista di ricerca), è stata consegnata a Mons. Ruiz una lettera vergata dai dipendenti della Omitech Srl di Padova della quale è stato reso noto il contenuto il 12 settembre 2018.
«Vorremmo porgere a lei, al Santo Padre -si legge nella comunicazione- il nostro dono: un piccolo robot “sociale”.
Noi siamo un piccola società, fatta di tante famiglie, che trae sostentamento dal proprio lavoro e che sta cercando di fare un utilizzo cosciente e consapevole di queste tecnologie per anziani e persone con varie disabilità.
In questo nostro percorso professionale ci siamo resi conto di come le tecnologie robotiche e l’intelligenza artificiale, per quanto strumenti di ausilio e supporto ai più deboli socialmente, aprano dei fronti etici che onestamente, a volte, ci disorientano.
Il nostro pensiero è stato dunque di offrire questo piccolo dono, affinché l’uso illuminato della Chiesa possa esserci faro, etico e teologico, nel nostro difficile cammino tecnologico, tortuoso e pieno di insidie».
Il piccolo automa è ora in fase di sperimentazione presso la Segreteria per la comunicazione che ha chiesto all’azienda padovana di personalizzare alcune funzioni.