Mercoledì 11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, alle ore 16, in Basilica del Santo a Padova, il vescovo mons. Antonio Mattiazzo presiede la celebrazione liturgica per la 17a Giornata mondiale del malato, che quest'anno ha come tema “Educare alla salute. Educare alla vita”.
Di seguito proponiamo la riflessione lasciata da padre Giancarlo Manzoni su Lettera Diocesana, in preparazione alla giornata.
«Il tema della Giornata mondiale del malato 2009 “Educare alla salute, educare alla vita”, vuole stimolare la nostra riflessione sul significato che, educare alla salute è anche educare alla vita, nel promuoverla sempre dal suo concepimento al suo termine naturale.
Educare alla vita comporta innanzitutto proporre autenticamente il senso del dono della vita umana in una società vittima di una visione positivistica che troppo spesso dimentica che la vita è una realtà da accogliere come dono di amore divino. Chi è a contatto quotidiano con la drammaticità del rifiuto e della negazione del dono della vita sa come il non accogliere la vita non solo non arricchisce, ma impoverisce tutta la società. Tutti diventiamo un po’ poveri quando la vita non è accolta.
Educare alla salute significa promuovere il pieno e globale sviluppo della persona, che significa promozione delle piene realizzazione delle potenzialità dell’intelligenza, dell’affettività, delle relazioni umane, dell’accoglienza dei valori umani e religiosi, dell’integrazione sociale di ogni persona, in modo da assicurare la pienezza della vita e l’attivazione di tutta l’umanità di cui ogni persona è ricca. Educare alla salute significa educare al valore della relazione con se stessi, con gli altri e con Dio.
Educare alla salute è principalmente un stare accanto e insieme un accompagnamento a favore di una decisione interiore e una presa di posizione. Attraverso la vicinanza, l’impegno della cura personale, la ricerca della verità, il servizio generoso, amorevole, appassionato, umile e competente, per un sostegno e valorizzazione capillare delle forme e delle strutture di promozione umana alla vita, dal suo inizio al suo termine naturale e in particolare verso l’età più vulnerabili.
Questo significa educare alla promozione della cultura dell’accoglienza, al rinnovato impegno per la cura educativa della responsabilità, al senso del sacrificio e al valore del dono.
Educare alla salute vuole dire anche educare alla ricerca del bene comune. La salute è un bene anche comunitario e non solo individuale. È stretto dovere di tutta la comunità cristiane educare alla difesa di valori della salute e della vita e impedire che i bisogni umani fondamentali rimangano insoddisfatti.
Alla vita, questo meraviglioso dono, devono andare le nostre attenzioni, quelle della famiglia, della comunità cristiana, delle istituzioni perché si vuole che la vita continui, nonostante tutto e perché c’è qualcosa da realizzare o qualcuno per cui vivere e l’aiuto degli operatori sanitari, del volontariato e della comunità cristiana diviene in quest’ottica dono prezioso.
Educare alla salute, educare alla vita, per il cristiano, significa anche educare alla speranza che non delude. Nella ricerca di grandi e piccole speranze che mettono in camino, danno forza di superare fatiche inevitabili, che donano gioia una volta raggiunte, a queste speranze profondamente umane c’è un “oltre” che richiama sia esso chiaramente o vagamente intuito, che “è l’infinito, Dio, grande e vera speranza dell’uomo”.
Occorre che la comunità cristiana si adoperi per favorire una cultura capace di promuovere i valori della vita, per aiutare tutti – e in modo particolare i nostri giovani – a riflettere sul dono della vita e della salute e sull’esperienza della vulnerabilità della morte come realtà esistenziale. Solo comprendendo e percependo la dimensione misteriosa della vita si può essere disponibili a ricercare il senso e il valore e a riscoprirla come dono, di cui essere riconoscenti e responsabili».
Altre informazione e materiale nel sito della Pastorale della salute della Cei
e in quello della Pastorale della salute della Diocesi
In allegato il messaggio del Papa