Ci troviamo immersi in una realtà del tutto nuova: si trasforma tutto ciò che sembrava certo, inamovibile, e questo suscita disorientamento e tante domande.
Don Marco è preoccupato mentre parla a Laura, la coordinatrice dei catechisti: «Ma ti rendi conto? Non possiamo celebrare l’eucaristia, e anche ogni altra forma di preghiera comunitaria risulta impossibile. Si può pregare individualmente e in famiglia, ma quanto può resistere una fede privata dell’esperienza comunitaria? Adesso imperversano le messe su youtube e in tutte le altre forme permesse dalla rete. Ma vedo di tutto, la rete porta il mondo nelle case e temo che sia un’illusione di preghiera…».
Laura è responsabile del settore marketing di una grande azienda. Sorride. «Non lasciarti impressionare, non è del tutto vero. La rete, sai, non è una pura illusione. È uno spazio intermedio, che si colloca tra l’immaginazione e la realtà. I new media, rispetto ad altri mezzi di comunicazione, producono qualcosa di eccezionale: essi infatti sono estensioni del nostro corpo, permettono di sentire, vedere e toccare oltre la presenzialità fisica. Certo non sono la realtà e non vanno confusi con essa, ma se usati bene prolungano la percezione delle esperienze comunitarie. Credo che in questo tempo ci offrano un modo nuovo di vivere il nostro sacerdozio battesimale». Don Marco ha ascoltato con attenzione: «forse possiamo mettere in moto la creatività e cercare una forma di inter-azione che in un certo senso faccia uscire la preghiera e la celebrazione dall’edificio-chiesa per portarla nelle case…».
«Certo – continua Laura – la rete aiuta a collegare reale-virtuale-reale, consente di prolungare la ritualità. Chiede però di porre grande attenzione a unire i membri della comunità reale tra di loro. Il vero rischio dei media è nel loro uso distorto, che a volte esalta l’individualismo, altre proietta le persone lontano dalla realtà locale in cui vivono, facendo perdere il contatto con le relazioni di ogni giorno».
Laura e don Marco hanno coinvolto il consiglio pastorale e hanno messo a punto delle proposte: verranno offerte indicazioni per costruire l’angolo della preghiera in casa, in una forma comune a tutti, per creare unità; sarà introdotta la preghiera delle lodi o dei vespri on-line, per consentire poi alle famiglie di proseguire personalmente, formulando una preghiera spontanea da postare in chat per condividerla con tutti; dalla celebrazione eucaristica della domenica vissuta in streaming, il parroco darà mandato ai genitori di benedire la famiglia e/o il pane della mensa da distribuire prima del pasto. Anche attraverso la rete si può stare insieme, agire insieme, far circolare l’amore. Aspettando di poterci abbracciare.
Assunta Steccanella e don Lorenzo Voltolin, Fttr