San Leopoldo Mandic è ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati d’Italia colpiti da tumore. Il decreto della Congregazione vaticana presieduta dal card. Robert Sarah e firmato dall’arcivescovo segretario mons. Arthur Roche, porta la data del 6 gennaio 2020, Solennità dell’Epifania del Signore, ma l’annuncio ufficiale in Diocesi di Padova, dove ha sede il Santuario di San Leopoldo che ne conserva le spoglie, è stata data oggi, sabato 8 febbraio, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2020).
Riconoscimento che arriva dopo un lungo e complesso iter avviato nel 2016 da una prima domanda inoltrata alla Congregazione dal vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla a seguito della richiesta dei frati cappuccini e di un gruppo di medici padovani. Da quel 23 luglio 2016 al 6 gennaio 2020 sono intercorsi vari passaggi e una raccolta firme che ancora prosegue e che al 31 gennaio 2020 aveva raggiunto le 69.758 firme.
A presentare pubblicamente il riconoscimento del patronato a San Leopoldo e delle preghiere che possono accompagnare la devozione dei fedeli sono stati il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla, il già ministro generale dei frati cappuccini fra Mauro Jöhri; il ministro provinciale dei frati cappuccini fra Roberto Tadiello; il rettore del santuario di San Leopoldo fra Flaviano Gusella; il direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della CEI, don Massimo Angelelli e il medico prof. Matteo Bevilacqua, tra i primi promotori dell’iniziativa che poi ha portato a questo riconoscimento. Presenti inoltre fra Giovanni Lazzara, direttore del Portavoce di san Leopoldo, don Giuseppe Cassandro, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute della Diocesi di Padova e fra Marco Putin, guardiano del convento dei Cappuccini di Padova .
È questo un ulteriore riconoscimento alla santità e alla testimonianza di vita evangelica del frate cappuccino, canonizzato nel 1983 da papa Giovanni Paolo II, che lo indicò come modello dei confessori, e le cui spoglie papa Francesco ha voluto in Vaticano insieme a quelle di san Pio da Pietrelcina durante il mandato ai missionari della misericordia nell’anno del Giubileo della Misericordia (2016).
Ma san Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. Da molti fedeli già invocato anche per la guarigione, ora la congregazione lo riconosce patrono dei malati di tumore, con queste parole:
«San Leopoldo Mandić da Castelnuovo, presbitero dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che spese tutta la sua vita nell’esercizio del ministero della Riconciliazione e, che, colpito da una malattia tumorale, ne portò il grave e prolungato peso con fede serena, è venerato con particolare devozione dai malati e dai loro famigliari. Per questo motivo, accogliendo gli unanimi voti dei fedeli, la Conferenza dei Vescovi Italiani ha approvato l’elezione di San Leopoldo quale Patrono presso Dio dei malati di tumore d’Italia e l’Eminentissimo Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della medesima Conferenza episcopale, con lettera del 14 dicembre 2019, ha vivamente richiesto che una tale elezione ed approvazione fosse confermata, a tenore delle Norme canoniche concernenti la Costituzione dei Santi Patroni. Pertanto, la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, avvalendosi delle Facoltà concessele dal Sommo Pontefice FRANCESCO e avuta premurosa considerazione a quanto richiesto, ha accolto una tale supplica e, nonostante qualsiasi cosa contraria, conferma San Leopoldo Mandić, presbitero, patrono presso Dio dei malati d’Italia colpiti da tumore».
I devoti a san Leopoldo potranno ora utilizzare anche un piccolo opuscolo con tre preghiere – la preghiera del malato, la preghiera dei familiari e la preghiera per gli operatori sanitari – opportunamente formulate per questa occasione.
«Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla – è un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, ma anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata».
«Voglio esprimere il mio grazie, sentito e fraterno, innanzitutto al Signore, sorgente di ogni bene; a Papa Francesco che ha accolto, appoggiato e sigillato con la sua autorità il voto dei fedeli e dei devoti – fa eco fra Roberto Tadiello, ministro provinciale dei frati cappuccini rispetto a questo riconoscimento – infine a tutte le persone e realtà che si sono fatte promotrici di questa bella iniziativa. Essa vuole rendere presente e vicina, attraverso l’umile figura di San Leopoldo, la compassione della Chiesa nei confronti delle persone sofferenti, in particolare dei malati di tumore, i loro familiari e il personale sanitario che li ha in cura».
Questo importante riconoscimento verrà ricordato dal vescovo Claudio Cipolla anche in occasione della Giornata mondiale del malato, durante la messa che sarà celebrata martedì 11 febbraio, alle ore 16, in basilica di Sant’Antonio a Padova.
Mentre la celebrazione di martedì 12 maggio in occasione della festa di San Leopoldo, presieduta sempre dal vescovo Cipolla, sarà motivo anche per rendere grazie di questa ulteriore devozione al frate cappuccino.
Qui gli interventi della conferenza stampa: http://bit.ly/37ail42